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Zheng Bing

È curatrice di A60 International Art, artista, scrittrice. Sta completando la sua formazione in Arti visive e nuovi linguaggi espressivi presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 2020 ha lanciato il progetto fotografico "Occhi delle Stelle" presso la comunità di Shenzhen; le sue opere sono state esposte in mostre internazionali e i suoi articoli sono stati pubblicati sulla stampa cinese e sui media online. Le tipologie delle sue opere comprendono scultura, installazioni, fotografia e performance art. La sua ricerca artistica si è concentrata molto sulle forme di evoluzione dell'arte contemporanea, in rapporto al tema sociale della città e dei centri rurali.

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Identità dell'Arte Contemporanea

L’arte è importante, ma l’acqua piovana è più importante. 

Lasciate che l’arte “metta le radici” in Cina

 

Ai tempi delle scuole medie, mi piaceva sedermi lungo le strade trafficate, nascondermi tra la folla, osservando le persone sconosciute che andavano e venivano. Mi chiedevo spesso se avessero una vita come la mia e se anche a loro piaceva osservare gli altri. Mi interrogavo sui tipi di ambienti nei quali potevano vivere, su come fossero i loro genitori, le loro occupazioni, quali fossero le loro preoccupazioni, da dove venivano e verso dove erano diretti (erano domande forse senza senso che mi ponevo quando ero adolescente). Osservavo i bambini che passavano, gli studenti vivaci delle superiori, i venditori rumorosi e la polizia in servizio che si leccava di nascosto il sudore vicino alla bocca…In questo modo, sono stata sia dentro che fuori dalla folla, come un’anima vagante che galleggiava nel mondo, mi fermavo dove volevo, libera e senza preoccupazioni.

Gli esseri umani sono animali sociali per natura, hanno bisogno di compagnia ma è qualcosa che l’uomo perde facilmente: a poco a poco il tempo ci ruberà l’ambiente circostante e le persone rimarranno nel mondo, in compagnia della solitudine. La mia scelta di intraprendere degli interventi artistici è in realtà una sorta di lotta contro la solitudine e un mezzo di autoguarigione. È molto facile che la creazione artistica ti faccia dimenticare chi sei veramente; la creazione è di per sé un’azione antiumana secondo me, ed ha bisogno che l’artista si bruci totalmente, ricostruisca il suo corpo dalle ceneri, e tagli i pezzi della sua carne consacrandoli all’arte. Il processo è un intreccio di dolore, amore, odio, gioia estrema e frustrazione. Ci sono artisti che ottengono una felicità incomparabile durante il processo di creazione, tali artisti sono fortunati, hanno la capacità di percepire l’arte e il potere di apprezzare la solitudine, ma sfortunatamente non è il caso mio.  Entro profondamente nel doloroso processo di creazione e ho persino la sensazione di essere soffocata da esso. Quando mi ritrovo nella profonda solitudine e nel soffocamento, provo solo vergogna e biasimo per l’ ”arte” che ho creato e mi domando: “È molto bello, e poi?”

 

Sono stata spesso accompagnata da autocritica, vergogna, solitudine e confusione, fino a quando sono entrata in contatto fortuitamente con il progetto di intervento artistico del mercato ortofrutticolo di Guangzhou. Si può dire che sono stata salvata dal progetto di intervento artistico del mercato Zhushigang di Guangzhou, il quale mi ha fatto venire a conoscenza di una tipologia di arte che non è lontana dalle persone e che può affrontare la società e rispondere alla domanda su cosa sia l’arte. Qi Hongyan, la commerciante di tofu al mercato continuava a ringraziarci, ma in realtà, ringrazio il suo sorriso per avermi trascinata fuori dall’abisso. Quindi, l’intervento artistico è reciproco e paritario: abbiamo offerto gentilezza ed abbiamo ottenuto gentilezza e questa normale relazione di interazione sociale risulta assai preziosa nel ritmo veloce della vita odierna. Per me, nel processo di intervento, il mondo si è allargato, la sensazione di solitudine è scomparsa e sono diventata di nuovo un’anima che vaga e che si ferma libera nel mondo: la cosa più importante è il ritorno dentro il mio corpo della giustizia, del coraggio e della passione, elementi che stavano scomparendo da me. Il senso profondo dell'intervento artistico mi ha anche permesso di riconoscere la dignità e la capacità di essere felici di ogni essere vivente, inclusa me stessa. Allontanarsi da sé stessi, unirsi ad una comunità più ampia, usare le nostre conoscenze per aiutare i simili, lasciando qualche traccia della nostra esistenza  (anche solo un po’) è uno dei modi per combattere il tempo: la mia arte si è radicata  nella comunità. Se l’arte fosse una nuvola, l’intervento artistico sarebbe il processo della pioggia che inumidisce la terra, quindi, l’arte è importante, ma l’acqua piovana è più importante.

Uscire dalla scatola bianca e affrontare il grande pubblico è stata una idea importante dello sviluppo artistico post-bellico, nonché la metodologia più importante per l’arte contemporanea di scomporre il vecchio mondo artistico. Forse a causa del rapido sviluppo della società, il mondo intero ha iniziato a dissolversi, le persone sono state estratte dalle solide relazioni sociali originali, diventando individui indipendenti. Tale indipendenza è contraria alla natura sociale degli esseri umani, tuttavia lo sviluppo sociale è irreversibile e ciò che può essere cambiato è la nostra mentalità di fronte allo sviluppo, pertanto, l’arte contemporanea tende a ricostruire la connessione nella società. Non importa che sia la scultura sociale di Beuys o l’arte pubblica per la società, tutti sottolineano la presenza del pubblico e il legame tra artista e pubblico, tra artista e mondo.

L’agire artistico contemporaneo non ha avuto origine in Cina ma esisteva in Europa e negli Stati Uniti già negli anni ’60 a seguito degli sviluppi artistici successivi alla seconda guerra mondiale. Negli ultimi anni si è parlato molto sulle piattaforme accademiche cinesi, di “arte nella costruzione rurale”, “intervento nelle campagne” e “ricostruzione delle campagne”. Si può dire che "l’arte nella costruzione rurale" sia un grande e particolare tentativo nel campo artistico contemporaneo cinese ed i gruppi artistici che esplorano l’intervento artistico si incontrano con sociologi e antropologi che conducono ricerche sulle campagne cinesi; il luogo d’incontro è spesso la campagna definita come “all’antica”, “arretrata” o il villaggio urbano caotico definito come “psoriasi urbana”, definizione piena di drammaticità.

La Cina era originariamente una società legata all’agricoltura, possedeva la più grande area rurale del mondo e la struttura sociale tradizionale è sempre stata di tipo rurale. Le campagne contengono la saggezza della civiltà cinese: la cosmologia di “cielo, terra e uomo”, il sistema di conoscenza agricola legata ai “24 termini solari” e innumerevoli rarità appartenenti al “patrimonio culturale immateriale”. Solo nei tempi moderni siamo stati costretti ad entrare in conflitto con ciò che tradizionalmente accadeva interrompendo il modello sociale cinese tradizionale giungendo ad una modalità occidentale. Nella storia moderna, lo sviluppo storico orientato all’industrializzazione, all’ammodernamento e all’urbanizzazione si basa sul sacrificio delle campagne, ed è il crollo accelerato delle campagne che ha promosso lo sviluppo delle città. La morte delle aree rurali cinesi rappresenta il declino delle tradizionali radici ed in questo modo, le città divengono tutte uguali, così come le persone. I problemi rurali non sono emersi solo negli ultimi anni ma sono iniziati alla fine del XIX secolo, quando la Cina ha dovuto affrontare l’impatto della civiltà industriale occidentale, affrontando una crisi culturale, politica ed economica senza precedenti: seguendo questa prospettiva il nostro sistema sociale e culturale originale ha iniziato a decomporsi.

Oggi in Cina ci sono molte “metropoli internazionali” e la vita delle persone è urbanizzata e modernizzata. Ma vivendo in città quasi identiche, abbiamo qualche interrogativo da porci: chi siamo in rapporto ad altre metropoli che si trovano nel mondo? Dopo un così alto livello di sviluppo, dove siamo diretti? Queste domande ci portano a riflettere sul fatto che le nostre radici si siano completamente perse nel processo di sviluppo. Quale è l’unicità di Shanghai rispetto a New York, Milano o Londra? Dove sono le nostre “radici”? Lo sviluppo estremo e la ripetizione dei modelli portano a un'esistenza drammaticamente vuota.

 

Nel periodo della Repubblica Cinese, alcuni intellettuali avanzarono l’idea che le radici della nazione  fossero nelle campagne, perciò proposero l’azione di “ricostruzione rurale”: questa operazione, pur non avendo avuto successo in quell’epoca turbolenta, è stata una esperienza su cui riflettere. Liang Shuming una volta aveva sottolineato: “la vita della nazione cinese deve essere la stessa della campagna, la nazione cinese avrà una nuova vita solo dopo la rinascita delle campagne.” Ritengo che sia assolutamente corretto. Per la Cina, la campagna è la “connessione” che deve essere ricostruita, e deve riprendere vitalità. In una certa misura, la pubblicità e la memoria dell’arte contemporanea possono ricollegare la campagna con la città, il popolo con la cultura originale cinese, il che può essere un modo ragionevole ed efficace per la ricostruzione della Cina rurale. L’arte ha bisogno della campagna e la campagna ha bisogno dell’arte. Gli artisti cinesi contemporanei hanno esplorato la Cina rurale per molti anni ed esistono progetti influenti come lo Xucun, il progetto Bishan e la Galleria  Shijiezi, insieme a gruppi artistici popolari come il Baishizhou, Shangyangta e Dinghaiqiao. I componenti di questi progetti partecipano alla vita del pubblico locale in modo rispettoso, concentrandosi sulle loro problematiche, creano fiducia nel pubblico; attraverso l’osservazione della comunità comprendono le somiglianze e le differenze del concetto di sviluppo, determinando lo svolgimento di un lavoro costruttivo. Ogni progetto richiede un tempo assai elevato  pretendendo generalmente la cooperazione di molte persone per la formazione di un gruppo di lavoro: studiosi di sociologia, antropologia, architettura, media, arte e altri settori. Quando ho intervistato questi gruppi, ho sentito il grande entusiasmo dei giovani ed in una stanza di normali dimensioni c'erano studenti laureati da università famose in tutto il mondo, studenti in corso, anziani prossimi alla pensione, amici di settori diversi erano riuniti tutti insieme con lo stesso entusiasmo e ognuno con il suo calore scaldava gli altri.

 

Il settore dell’arte contemporanea cinese è pieno di persone animate da grande energia e passione. Nel 2021, a causa dell’epidemia internazionale, ho scelto di tornare in Cina per realizzare il progetto artistico dedicato alle famiglie nei villaggi urbani di Shenzhen. Nei villaggi urbani lontani dal centro di Shenzhen, ho incontrato numerosi colleghi impegnati in differenti interventi ed oltre agli artisti residenti, c’erano anche architetti che costruivano scuole e credevano nel cambiamento attraverso l’istruzione. Organizzazioni senza scopo di lucro avevano lottato per anni solo per aiutare donne lavoratrici, insieme ad insegnanti che cercavano di equilibrare le risorse sociali ( lavoravano di mattina nelle principali scuole primarie e nei villaggi urbani gratuitamente di notte). Gli studenti universitari avevano viaggiato tanto solo per ricercare una verità diversa lontana dalle grandi città in un villaggio con un traffico complicato, ed insieme avevano trovato nuovi stimoli, nelle difficoltà. Seduti dentro il negozio di Agui, membro di una band, ci aveva cucinato gli spaghetti: l’aria calda si era alzata, mangiavamo gli spaghetti e discutevamo sul prossimo progetto nel villaggio urbano ed in quel momento ho pensato che l’arte contemporanea cinese avesse messo le radici. 

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