top of page
Emanuele Gregolin.jpg

Emanuele Gregolin

È direttore di A60 International Art. Ha compiuto studi d'arte, musica e architettura, frequentando il Politecnico di Milano. La sua attività artistica ed espositiva, iniziata a partire dal 1990, è sempre stata affiancata alla cura ed organizzazione di eventi dedicati ad artisti storici e contemporanei. Diverse sono le mostre realizzate in Italia e all'estero dedicate al suo lavoro (Svizzera, Stati Uniti e Cina) accompagnate da pubblicazioni editoriali di pregio curate da differenti critici d'arte. Alcune sue opere sono conservate all'interno di spazi museali e collezioni istituzionali italiane ed estere. 

  • Facebook
  • Instagram
  • Youtube
  • 中等的

Il Tempo dell'Arte

Il ritmo della vita contemporanea ha irrimediabilmente mutato la percezione della realtà materiale che ci circonda: l'osservazione profonda è una pratica che pochi vivono con attenzione. Quante persone osservano le diverse specie di alberi o le architetture nelle città? L'entusiasmante potenza e versatilità delle tecnologia che opera per "migliorare" la nostra vita, per agevolare i contatti, la rapidità ed altro, è ormai una condizione globale che appare difficile da rifiutare. 

 

Tutto questo non sembra offrire alla maggior parte delle persone motivi di riflessione profondi, anzi, la questione viene allontanata ma gli effetti non  positivi ogni giorno appaiono sempre più visibili. Ogni aspetto della nostra esistenza ha subito contaminazioni di diverso tipo tanto che pare a volte compromesso il normale equilibrio relazionale fra le persone all'interno degli spazi comuni che gli uomini e le donne vivono: non esiste più il tempo custodito da ognuno nel valore della propria personale intimità.

 

Non esistendo più questo concetto legato al tempo, anche lo spazio, che viene sempre vissuto in rapporto al tempo che a noi è affidato, un tempo che vorrei definire "tecnologico", ci allontana da quel tipo di emozionalità che qualche decennio fa costruiva le nostre vite attraverso ritmi che nella contemporaneità non esistono più. La possibilità relazionale legata alla prossimità fra gli individui che si trovano ad occupare spazi comuni risulta sempre più compromessa: se realizzo un viaggio in treno, in aereo o in nave, avvertirò sempre più difficoltà nel compiere anche solo un semplice gesto di relazione con chi di fronte o di fianco a me appare dotato di sistemi tecnologici che tengono impegnate le nostre dita, gli occhi o le orecchie.

 

Ricordo di aver compiuto diversi anni fa, nel casuale incontro con un viaggiatore attento ed incline al dialogo, un interessante viaggio in nave verso la città di Genova, conclusosi poi a Milano nell'utilizzo del treno. Era il 2007, epoca non lontanissima in cui poteva accadere con grande facilità durante un viaggio di interagire con le persone  accanto a noi sedute, prive di telefoni come quelli attuali, che condizionano ogni secondo lo sguardo, le dita e le orecchie di chi li possiede. Ricordo ancora bene il dialogo che nacque in occasione di quel viaggio sopra descritto, un dialogo in cui parlammo molto d'arte, di luoghi e di esperienze. 

 

Sento sempre di più, purtroppo, oggi, una forte distanza nei confronti del tempo di ieri, un tempo che è mutato irrimediabilmente nelle forme, un tempo che anche nell'incontro con l'arte ha perduto molto. E' certamente vero  che nel corso degli ultimi trenta anni, abbiamo assistito ad un aumento incredibile del pubblico "interessato" agli eventi espositivi ma come sappiamo e ben osserviamo, questo aumento numerico ha in realtà unicamente costipato le strade, gli edifici destinati alle mostre, rendendo le città luoghi spesso invivibili. 

 

Il Tempo dell'Arte è dunque mutato, è stato compromesso, svuotato, contaminato. Con fatica riusciamo a fermarci per assaporare e godere della magnifica, superba condizione espressiva delle opere, del loro senso, significato che nell'immobilità di un disegno, di un dipinto o scultura, molto hanno da dirci. Forse, a volte, solo attraverso allestimenti sapienti, il nostro occhio riesce ancora a fermarsi e nella nostra memoria rimangono segni, valori ed emozioni. E l'amore per il corpo dei libri e per la loro presenza forte e silenziosa? Alcuni sono ormai arrivati a sostenere che nel momento attuale, il libro può tranquillamente diventare un corpo virtuale; è un grande fraintendimento ed errore nel quale sempre più cadono gli uomini distratti.

 

I libri cartacei sono per noi fondamentali strumenti di lavoro, insostituibili oggetti. I libri sono questo. Rinnovare l'impegno per l'Annuario d'Arte Contemporanea Cina Italia 2022 è un gesto per noi molto importante, capace di portare al pubblico, nella scelta rigorosa degli artisti selezionati, una strada preziosa che racconta nella sua polifonia il pensiero della contemporaneità. Il Tempo dell'Arte è per noi questo, dunque, un tempo che racconta attraverso le pagine cartacee di un libro mille storie diverse fra occidente e oriente che parlano però del qui ed ora, dell'oggi nella loro diversità. 

 

Alcuni artisti presenti paiono quasi provenire da mondi lontani, dalla storia antica, da un tempo passato che in realtà si è fatto carne diversa e nuova attraverso le opere create (l'esempio di Giovanni Gasparro è eloquente, in questo senso). Una pittura, la sua, che dimostra un peso, un tormento ed una devozione rara nell'oggi. Una posizione, questa, che appare comune dal punto di vista concettuale con le preziose opere scultoree di Bertozzi & Casoni che nell'elogio del vero, del colore, della brillantezza e preziosità, rappresentano l'horror vacui della nostra società.

 

Per contrasto, poi, qui nel nostro libro, è possibile osservare l'opera di un grande maestro italiano attivo fin dagli anni '60: Angelo Cagnone. Il suo polimaterico dipinto del 2022 è un racconto silenzioso, una composizione dalla meditazione profonda. Il senso mistico è possibile trovarlo espresso però anche nell'inchiostro del cinese Liu Hesen che non tradisce i valori della sua cultura. Numerosi sono i disegni, i dipinti, le sculture, le fotografie e i video da noi selezionati: il nostro Annuario vuole essere un viaggio capace di portare l'osservatore verso spazi del pensiero molto distanti fra di loro, nel racconto ed incontro con le figure capaci di raccontare oggi la polifonia del Tempo dell'Arte.

bottom of page