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Simone Talpa

Simone Talpa è nato a Torre del Greco (NA) nel 1995. Nel 2023 ha conseguito il diploma di secondo livello in Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2021 ha esposto le sue opere nella mostra “Opening” presso la fondazione Made in Cloister, (Na) curata da Marco Di Capua. Nello stesso anno, è stato pubblicato sulla rivista semestrale “Zeusi, linguaggi contemporanei di sempre”. Nel 2022 ha fatto parte dell’esposizione “New generation painting” presso la Casina Vanvitelliana di Bacoli. I suoi lavori sono stati selezionati per il bando “Chiamata alle arti 2022” presso Mucciaccia Project. Ha inoltre partecipato alla Fiera Internazionale di Arte Moderna e Contemporanea “Roma Arte in Nuvola” nel 2022. Nel 2023 vince il Premio Arte, Cairo Editore, sezione Pittura Accademia. Nel 2024 espone in “Mediterranean Synergies “presso Museo di Gozo Il-Hagar, Malta.

Simone Talpa ama la tela di juta, il supporto su cui traccia, con delicatezza quasi giapponese, la sagoma delle sue figure femminili. Queste prendono forma grazie a una linea flessuosa e morbida, tracciata spesso a carboncino. Sono donne sognanti, pensierose e silenti, e occupano lo spazio della tela, su cui però il giovane di Torre del Greco interviene col colore, sovrapponendo o accostando a quelle suadenti silhouettes, eleganti eppure non troppo definite, rettangoli di pigmento – ora blu, ora bianco, ora giallo – al fine di spezzare la grammatica della figurazione. Quei rettangoli, quasi somiglianti a vetrini trasparenti, conferiscono all’immagine, nel loro mirabile equilibrio e nel loro rapporto con la figura, un valore anfibio, a metà strada tra astrazione e figurazione. Ed è proprio in questa dimensione che si estrinseca appieno l’estetica del pieno e del vuoto, o la dialettica tra il finito e il non-finito di Simone Talpa. Negli ultimi lavori del pittore però la sagoma della donna, che ha caratterizzato la produzione dei primi anni, quasi come una cifra del suo stile ancora acerbo, scompare addirittura del tutto, per permettere il raggiungimento del grado zero della pittura. La tela di iuta è così diventata la spazio dove l’espressione è affidata alla sola sintesi di forma-colore. Nell’astrazione pura, qui finalmente raggiunta dal pittore, a esprimere un’idea o semplicemente un sentimento sono soltanto i rapporti cromatici tra le forme, perché non è più necessario tracciare i contorni di un corpo per dare espressione a un’emozione. In questo gesso, pigmento e carboncino è ancora presente la figura, ma si capisce già che la strada imboccata dall’artista è quella che va verso la pura concettualizzazione. Talpa vuole convertire la materia in spirito e trasformare la tela in spazio mentale, dove il vuoto può riempirsi di infinito, e dove il niente può diventare tutto.





SENZA TITOLO
Gesso, pigmento e carboncino su tela di juta, cm 140 x 100, 2023
Testo di Michele Lasala

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