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Eliana Petrizzi

Eliana Petrizzi (Avellino 1972), inizia ad esporre nel 1995, presentata da Massimo Bignardi. La sua pittura - dipinti ad olio su tavola e su tela di scuola rinascimentale, con tecnica fiamminga a velature - unitamente al sapore surreale e psicanalitico delle sue composizioni, riscuote presto il consenso della critica e dei collezionisti, in occasione di prestigiose rassegne nazionali ed internazionali, quali «Expo Arte» a Bari e «Arte Fiera» a Padova, «Miami Art Fair» e «New York Art Expo». Dal 1999 ad oggi tiene numerose mostre personali presentate da critici autorevoli quali Vittorio Sgarbi, Paolo Rizzi, Franco Marcoaldi e Diego De Silva. Nel 2011, selezionata da Vittorio Sgarbi, espone nel Padiglione Campania alla 54° Biennale di Venezia.

Personalmente, quel che mi attira in un quadro è quel che di quel quadro m’inquieta. Che rimanda a uno stato di agitazione interiore dell’artista, un’irrequietezza che altera la sua immaginazione del reale e, in un certo senso, la sfigura sulla tela dipinta. Strano (forse), ma la forza di un quadro è nel disagio del pittore che lo dipinge, e si percepisce immediatamente nell’opera. Il lavoro del pittore consiste nel liberarsi di quel disagio, svelandolo. Il suo stile, perciò, sta nella ricorrenza dei temi che attraversano il suo lavoro negli anni.
Sono questi gli elementi (per me essenziali) che ritrovo nelle opere di Eliana Petrizzi. I suoi quadri mi meravigliano ogni volta, perché ogni volta mi consegnano una prospettiva visionaria delle strade, dei cieli e dei volti, calati in una sospensione che ha sempre qualcosa di precario, come di una finta calma che potrebbe esplodere con poco. Sarà, forse, la ricorrenza di una suggestione onirica sempre presente nei lavori di Eliana, che affonda i suoi paesaggi deserti e le sue figure immobili in una luce soffusa, quasi ammaliante, quella che vediamo - o crediamo di vedere - in certi sogni che ci agitano il sonno perché sappiamo (temiamo) che qualcosa di grave possa succedere da un momento all’altro, ma al tempo stesso ne siamo affascinati, quasi che, attraversandoli, potessimo scoprire qualcosa che ci riguarda.





THAUMA
Olio su tavola, cm 30 x 40, 2023
Testo di Diego De Silva

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