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Zheng Jingjing

Le cartografie dei giorni nostri sono espropriate di natura, risucchiata da voraci xilofagi in carne ed ossa. Preparano il loro harakiri senza sosta ad ogni latitudine, seguendo la rosa dei venti. Dall'Artico all'Africa sub- sahariana, tra un orso polare e un ippopotamo, alligna la zizzania seminata ad arte dall'uomo. Le bestie - in un'illustrazione luminosa da manuale di scienze naturali – si muovono in un habitat pixellato, sgranato, sfilacciato, corrotto. In una sovrapposizione di analogico e digitale, le bufaghe si diradano e l'acqua polare diventa più liquida di un gelato all'equatore. Il ciclo vitale è minato, l'arte si fa denuncia, rivendica un patrimonio dilapidato e sarà difficile ricomporne il colore.





WHO TOOK MY PRECIOUS
Inchiostro su carta, cm 95 x 126 x 2pz, 2021
Testo di Michele Apuzzo

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