top of page

Marco Biagioni

L'utilizzo di tecniche differenti su di un supporto è un procedimento iniziato con il Cubismo che univa il segno e la pittura al collage ed è proseguito nel '900 in mille direzioni. Il dialogo rigoroso del segno con la fotografia è un percorso che l'artista italiano Marco Biagioni ha compiuto nel tempo e che rinnova sempre con esiti differenti. L'atteggiamento fortemente meditativo è una caratteristica del suo agire che si rinnova qui nel lavoro presentato dal titolo Impresenze. Questo racconto nasce in un interno utilizzando elementi molto semplici e fortemente simbolici di una prospettiva esistenziale. Lo spazio è suggerito per piani che definiscono la "scatola" dell'interno nella profondità del fondo sul quale si apre una "finestra" costituita da una fotografia di un paesaggio come unica prospettiva: è una documento fotografico prezioso per l'artista, una memoria, poichè venne scattata da suo nonno fra il 1955 ed il 1960. La piccola sedia ha il potere di suggerire quel senso di domesticità che solo i mobili sanno conferire agli spazi. Ecco però l'imprevista presenza: una sagoma umana seduta vive come proiezione d'ombra sul piano della parete di destra ma figure umane non sono presenti sulla scena. Dunque? Inizia così il racconto più misterioso, letterario che Marco Biagioni ha voluto donarci creando quest'opera nell'utilizzo della fotografia e del digitale: silenzi, attese, sogni e malinconie raccontano con estremo rigore il percorso creativo ed esistenziale dell’artista.





IMPRESENZ​E
Mista, fotografia e digitale, cm 50 x 70, 2021
Testo di Emanuele Gregolin

0111.jpg
bottom of page