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Ma Fei

Lo sconcerto della metafisica lascia il passo ad un'umanità esanime ed in irrefrenabile attesa di conforto. È un andirivieni di entità ortogonali, pronunce monocratiche ed inverecondo senso di scoperta: scoperta del proprio io, che fra le grane filiforme dell’abito e le relative proiezioni tridimensionali sul pavimento, aiuta a risaltare la nostra singolarità che spaventata, incerta ma mai rassegnata, si fa avanti nel suo infinito procedere verso l'ignoto. Ombra platonica e piede reclino, il misticismo del cacciatore primordiale appare anche se educato, ridimensionato e quasi costretto dalla meraviglia anonima e prorompente che gli tiene compagnia. Sonoro ed oltraggioso – una rassegna multidimensionale che ci guida nell'intimo di Jacob, assente primordiale ed entità onnipresente agli occhi di ogni indagatore.





JACOB’S ROOM
Stampa su carta Hahnemühle, cm 156 x 95, 2021
Testo di Diego Armando Vasso

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