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Lu Weixin

Un Giacomelli più rasserenato oppure uno Schiele meno ermetico, Lu Weixin ci presenta un costrutto di tonalità e composizione di assoluta “maestosità” e riflessione antropologica e visiva con Invisibile. Il gioco delle scale, un pattern ruvido e primordiale e la sagoma fluida ed eterea che vi si interseca al di sotto, appaiono come viva testimonianza di un ritrovato monito di indagine antropologica che in questa foto esalta al massimo

la volatilità dell’immagine moderna. La proiezione, l’azione esecutiva dello scendere, procedendo in senso orizzontale agli occhi dell’osservatore sono proprio indici di dispersione ed inafferrabilità: l’essenza dell’uomo che si deforma, si scontra, a difficolta si snoda nella stridente linearità che lo circonda. È un uomo pirandelliano, un fluido disintegrarsi in molte forme sognatrici od inermi ma che nel loro divenire non mancano mai di essere sé stesse. Una nuova fotografia contemporanea asiatica vede in Invisibile un prodigioso, psicoanalitico inizio.





INVISIBILE
Fotografia, dimensioni variabili, 2021
Testo di Diego Armando Vasso

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