Huang Zhenlong
Due pannelli: due cieli. All'occhio viene offerta una duplice realtà, non specchiata, e non per forza antitetica. Due mondi che non si compenetrano, c'è solo un fil rouge, teso, poco prima che il ratto della Venere di Milo si compia. Una Venere bardata, perché un microrganismo contagioso è in agguato. Una Venere oggetto di un pop dissacrante, irridente. La donna di marmo è in pericolo. È marmo scarnificato, da lì a poco leggero, sulle ali di una colomba già librata nell'azzurro. La natura - da sfondo al marmo - è brulla, in una calma apparente, nell'asettica neve che preserva o esaurisce la linfa vitale degli oggetti animati. Il cielo terso è promessa di riparo per Afrodite, una traslazione in una nuova stagione, una primavera dove la natura si salva nella bellezza e la bellezza si salva nella natura: un riconoscimento biunivoco. L'uso degli spazi e dei colori rasserena la retina, dischiude verso nuove e immaginifiche realtà.
SVANISCONO
Inchiostro su carta, cm 98 x 182 / 49 x 66, 2021
Testo di Michele Apuzzo
