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Giovanni Gusmeroli

l confronto con la fotografia è un percorso praticato dagli artisti a partire dal XIX secolo. L'invenzione di questo nuovo strumento in grado di registrare la realtà ha portato l'arte verso prospettive molto diverse: alcuni artisti hanno voluto abbandonare la strada del realismo aderente all'oggettività creando percorsi alternativi e profondi mentre altri, hanno continuato con la pittura a praticare un realismo che spesso definiamo fotografico. L'opera tratta dalla serie Paesaggi ritrovati dell'artista italiano Giovanni Gusmeroli, riflette sul tema del paesaggio portando ai nostri occhi una visione che necessita di precise riflessioni.



Il paesaggio ha trovato nel '900 forme simboliche, oniriche che già nell'800 stavano emergendo come presenze parallele al visibile (pensiamo per esempio
ad alcune opere di Victor Hugo molto apprezzate dagli artisti del Surrealismo). Nel lavoro liquido, segnico che Gusmeroli porta avanti da tempo, qui ancora riaffermato nell'opera che stiamo osservando, vive una sorta di ambiguità della visione: la realtà di una parte del paesaggio che pare quasi, illudendoci, di resa fotografica è contraddetta da un segno/gesto che turba il nostro occhio. L'artista non lavora con la fotografia, non ricerca immagini del mondo visibile: nella sua opera tutto vive nel gesto liquido, nel segno, nell'onirico, nella materia della pittura, turbamento palpabile del racconto esistenziale dell’artista.





SENZA TITOLO DA "PAESAGGI RITROVATI"
Tecnica mista su carta, cm 54 x 37.5, 2021
Testo di Emanuele Gregolin

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