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Camilla Gurgone

Incidenti, guasti, rotture improvvise di tubi e perdite d’acqua. Non si tratta né di incidenti fortuiti né di sintomatiche esplosioni del rimosso (chi ha detto che la rottura di una tubatura non sia anche un’esplosione libidica malamente trattenuta?) ma di eventi sistematici che destabilizzano le nostre routine quotidiane, che alterano la trama rassicurante delle nostre abitazioni. Non siamo padroni in casa nostra, come non siamo padroni del nostro corpo, ma il proprietario “impersonale” di questi organismi è un’architettura intricata di tubature e vene, circuiti cerebrali ed elettrici, il trionfo di uno strutturalismo risorgente e irritante come uno stillicidio per tutti quei manici del controllo dall’ego idrofobo e ipertrofico. Davanti questa complessità, fatta di cose spicciole che subdolamente diventano enormi, Camilla Gurgone con Problemi di idraulica si improvvisa operaio dal piglio risoluto, si butta a capofitto in questo caos, ma per farlo quello che crea è un campo esteso di problematiche, con una installazione che trasforma il White cube del Laboratorio KH in un delirio impiantistico. Impersonando professionalità “rispettabili” e “utili”, Gurgone da vera enfant terrible nella propria ricerca artistica fa propria la consolidata pratica dell’assimilazione, deformando attraverso l’uso trasgressivo di questa (s)possessione

lo statuto borgese e ufficiale degli stessi, patrimonio comune dei medesimi soggetti con problemi di ego. Contro il cliché che fare l’artista non è una roba seria, questo proliferare tentacolare e mimetico assume

un aspetto ludico e al contempo corrosivo, come un acido per sturare un ingorgo. In questo gioco fittizio, dove i problemi sono ribaltati, lo spettatore - entrando come in una giostra - è invitato a partecipare, a fare un’esperienza estetica di questa disfunzionalità qui esplorata formalmente e concettualmente. Si crea così un cortocircuito che complica il rapporto fra realtà e finzione, creando un terreno di scambio relazionale che attraverso una ampia gamma di implicazioni vira dalla leggerezza della boutade alla critica più lucida - la rivendicazione individuale, meta - artistica - catturando nella trappola di un lavandino intasato lo strato grasso e spurio di stereotipi e pregiudizi, banalità e volgarità. Un gioco serio che nello spazio di una mascherata fa dell’artificialità della forma e della spontaneità degli intenti un’arma contro l’intasamento mentale, e non solo metaforico, scaturito da queste piccole criticità domestiche.





PROBLEMI DI IDRAULICA
Legno, stuoie in microfibra, vetro, gesso dipinto, plastica, ceramica, oggettistica varia, dimensione ambientale, 2021
Foto di Tommaso Schirru, Sofia Sotto Corona
Testo di Mattia Cucurullo

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